lunedì 26 ottobre 2009

Archeologia

IL MONTE CIMINO




ciminoEssendo la vetta più significativa dell'alto Lazio (1053 m) sorge spontaneo chiedersi se questa importante altura sia stata utilizzata nell'antichità. La risposta la sta fornendo uno scavo archeologico, al momento sospeso, che ha rinvenuto tracce di mura a terrazzamento risalenti al periodo protostorico (IV millennio a.C.- XII sec. a.C.) che tuttora limitano e sorreggono una parte dell'acropoli. Un ulteriore terrazzamento sopraelevava il piano originale dell'abitato nel punto dove sorge oggi la torretta. Gli archeologi pensano ad un'area rituale, viste le numerose tracce di fuochi e di materiale che potrebbe in un certo qual modo essere legato a rituali religiosi. In attesa della ripresa e dell'approfondimento dello scavo al momento il "probabilmente" è d'obbligo. Nella zona non sono state rinvenute necropoli. Gli autori latini parlano dell'attraversamento del monte Cimino da parte del generale romano Quinto Fabio Rulliano nel 310 a.C. impegnato nelle operazioni di invasione della Tuscia. Sicuramente il pianoro fu abitato anche in epoca etrusca, mentre nel Medioevo vi sorgerà il castello di Alteto, opera difensiva del XII secolo citato ancora esistente nel XVI sec.. Un punto strategico importante da cui era possibile visionare e volendo comunicare (con i mezzi dell'epoca) con buona parte dell'Umbria e della Toscana. Tuttora è utilizzato per le trasmissioni radio di servizio antincendio le cui onde raggiungono la Calabria. Sicuramente i Romani non passarono qui per caso...

(Fonti: dirette durante il sopralluogo con gli archeologi; Tesi D. Colla: Biometria...)

 

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